+39 351 6950370 Via Nino Bixio, 134/A 60015 Falconara (AN) Strada S. Angelo, 117 60019 Senigallia (AN)
Seguici su:

Osteopatia e dolori temporo-mandibolari: come intervenire efficacemente

Le patologie temporo-mandibolari (TMD) coinvolgono l’articolazione temporo-mandibolare (ATM), i muscoli masticatori e le strutture adiacenti. L’ATM funziona come un ingranaggio che permette il movimento fluido della mandibola. Quando questo meccanismo si altera, il dolore può irradiarsi su mandibola, tempie, orecchie e tratto cervicale, influenzando negativamente funzioni essenziali come la masticazione e la fonazione.

Cause comuni dei disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare

Determinare un’unica causa è spesso difficile. Nella maggior parte dei casi, la TMD è multifattoriale e può dipendere da:

  • Malocclusioni dentarie
  • Bruxismo o serramento da stress
  • Artrite temporo-mandibolare
  • Alterazioni posturali
  • Traumi al viso o alla mandibola

Non tutti i soggetti con bruxismo sviluppano una TMD, segno che la predisposizione individuale e il contesto biomeccanico giocano un ruolo determinante.

Sintomi e segnali da non ignorare

I sintomi possono variare in intensità e localizzazione. I più frequenti includono:

  • Dolore localizzato alla mandibola, tempie, guance o denti
  • Click o scrosci articolari all’apertura della bocca
  • Limitazioni nei movimenti mandibolari
  • Mal di testa, dolore cervicale e senso di instabilità posturale
  • Acufeni, dolore auricolare e parestesie

Chi si occupa del trattamento?

Lo specialista di riferimento è lo gnatologo, professionista che valuta e tratta le disfunzioni dell’apparato masticatorio.

Si occupa della valutazione dell’intero sistema cranio-cervico-mandibolare, tenendo in considerazione:

  • Occlusione e posizione delle ossa mascellari
  • Allineamento cervicale
  • Stato di salute muscolare e articolare
  • Eventuali alterazioni neuromotorie

Nei casi più complessi, e dopo un’attenta analisi funzionale, lo gnatologo lavora in sinergia con fisioterapisti, osteopati e altri specialisti per impostare un percorso terapeutico integrato.

Approccio conservativo: la prima linea terapeutica

Le terapie conservative sono spesso efficaci e rappresentano il primo step del trattamento. Comprendono:

  • Applicazione di calore o ghiaccio per ridurre infiammazione e dolore
  • Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
  • Esercizi di stretching e rilassamento muscolare
  • Trattamenti manuali fisioterapici e osteopatici sul distretto cranio-cervico-mandibolare

Osteopatia e disfunzioni dell’ATM

Numerosi studi evidenziano l’efficacia dell’osteopatia nel trattamento delle DTM, specialmente nei pazienti che presentano anche cervicalgia. Il trattamento osteopatico agisce su:

  • Rilascio dei muscoli contratti (masseteri, pterigoidei, temporali)
  • Miglioramento della mobilità articolare dell’ATM
  • Correzione di disfunzioni posturali cervicali e toraciche
  • Normalizzazione della biomeccanica globale del cranio e della mandibola

Un approccio multidisciplinare, che include odontoiatra, medico, fisioterapista e osteopata, è particolarmente indicato per garantire una presa in carico completa del paziente

Il ruolo chiave dell’osteopatia nel trattamento della TMD

L’osteopatia agisce sul sistema muscoloscheletrico con tecniche manipolative mirate, rivelandosi utile in caso di TMD con componente muscolare e posturale. Diversi studi riportano miglioramenti significativi in termini di dolore e funzionalità mandibolare nei pazienti trattati con approccio osteopatico integrato. In particolare, l’osteopata:

  • Rilascia tensioni muscolari e fasciali nella zona mandibolare e cervicale
  • Migliora la mobilità dell’ATM
  • Lavora sulla postura globale per ridurre i compensi biomeccanici

Uno studio pubblicato su Cranio: The Journal of Craniomandibular & Sleep Practice ha evidenziato che i pazienti con TMD trattati con tecniche osteopatiche hanno riportato una significativa riduzione del dolore e una maggiore apertura mandibolare dopo 4 settimane di trattamento (https://doi.org/10.1080/08869634.2019.1592804).

Un approccio multidisciplinare per risultati duraturi

Il trattamento delle disfunzioni temporo-mandibolari non può prescindere da una visione integrata. Il team di cura può includere:

  • Odontoiatra o ortodontista per la valutazione occlusale
  • Gnatologo per la diagnosi funzionale
  • Osteopata e fisioterapista per il lavoro sul sistema muscolo-scheletrico
  • Psicologo, nei casi in cui lo stress o il bruxismo siano dominanti

La sinergia tra questi professionisti consente una maggiore efficacia terapeutica, soprattutto nei quadri cronici o complessi.

Sei esercizi per migliorare la mobilità e la stabilità dell’ATM

Ecco alcune tecniche utili da integrare al trattamento osteopatico per mantenere i risultati nel tempo:

  1. Rotazione mandibolare pura
    Posiziona la lingua sul palato e apri lentamente la bocca: questo limita la traslazione e stimola la rotazione del condilo mandibolare.
  2. Apertura attiva della bocca
    Apri e chiudi la bocca mantenendo l’estensione massima per alcuni secondi. Oppure, usa due dita per aumentare leggermente l’apertura.
  3. Stretching capsulare
    Sposta il mento lateralmente e apri la bocca. Questo esercizio allunga la capsula articolare del lato opposto.
  4. Stretching legamentoso
    Posiziona il pollice tra molare e mandibola e tira leggermente verso il basso: utile per allungare i legamenti ATM.
  5. Traslazione laterale
    Utilizza un oggetto tra i denti (come una penna) per isolare il movimento laterale e migliorare la simmetria mandibolare.
  6. Esercizi di stabilità
    Applica resistenza manuale durante movimenti mandibolari (apertura, chiusura, laterali) per rinforzare la muscolatura stabilizzatrice.

L’osteopatia rappresenta una risorsa efficace e complementare nel trattamento delle disfunzioni temporo-mandibolari. La combinazione tra approccio manuale, esercizi mirati e una gestione multidisciplinare consente di ridurre i sintomi, migliorare la funzionalità articolare e prevenire recidive. Per questo motivo, è fondamentale che il trattamento venga personalizzato in base alla specificità del paziente, alla causa del disturbo e alla risposta terapeutica.