Rieducazione propriocettiva in acqua del ginocchio valgo e recurvato
L’obiettivo della rieducazione propriocettiva in acqua è di stimolare i recettori preposti alla trasmissione delle informazioni relative al controllo dei movimenti. Ciò significa percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, fino a riprodurre in modo inconscio il movimento a terra.
Nel ginocchio i propriocettori sono situati in particolare sulla capsula articolare e sui legamenti dell’articolazione, zone fondamentali per permettere una dinamica ed un equilibrio ottimale in stazione eretta.
In molti esercizi di recupero, vengono inevitabilmente sollecitati anche i recettori del piede che si trovano soprattutto sui legamenti dell’articolazione tibio-tarsica, sotto-astragalica e metatarso-falangea del primo dito.
In seguito ad un’alterazione muscolo-scheletrica, come il ginocchio valgo o il ginocchio recurvato, si ha la lesione di alcune fibre capsulari e tendinee con possibile insorgenza di stimoli dolorosi che alterano il sistema di feedback dello stimolo propriocettivo e della risposta neuromuscolare.
Attrezzature utili per la rieducazione propriocettiva in acqua
Per la rieducazione propriocettiva in acqua si utilizzano solitamente:
- piani instabili, come le tavolette di Freeman;
- elastici;
- pesi;
- palloni semi-sgonfi;
- tavolette e altri elementi galleggianti.
Molto altro è possibile fare sfruttando stimoli manuali indotti dal rieducatore e il carico del soggetto stesso sia in acqua che in palestra.
Sono utili inoltre tecniche in contro-resistenza: il soggetto può eseguire esercizi sia da solo, utilizzando come elemento di resistenza delle attrezzature specifiche, sia con l’aiuto di una persona.
Esercizi per il ginocchio valgo
Questi esercizi vengono proposti come esempio per sollecitare i muscoli mediali della coscia, i quali a causa dell’alterazione sono allungati. Dunque i muscoli mediali lavorano per accorciarsi, mentre quelli laterali lavorano per allungarsi.
Tale principio fa parte della teoria di A. Lapierre, il quale ha individuato delle modalità operative per modificare la lunghezza dei muscoli: «se ho un disequilibrio da parte di due gruppi muscolari, devo farli lavorare in modo che il muscolo accorciato si allunghi e viceversa».
1.

Questo esercizio con resistenza elastica, consiste nell’immergere il soggetto fino al petto. Si prende un elastico con il quale si fissa la gamba dell’individuo a livello del ginocchio con la barra; l’elastico poi deve essere messo in trazione dalla gamba opponendosi alla forza elastica.
A questo punto il rieducatore mette sotto il piede del paziente una tavoletta galleggiante; il soggetto dovrà, stando fermo con il piede d’appoggio, effettuare delle spinte interne facendo ruotare medialmente il piede sempre sullo stesso piano. Questo per sollecitare gli adduttori della coscia e il tensore della fascia lata. Inoltre il controllo della tavoletta richiede la stimolazione dei propriocettori, i quali devono correggere il movimento per non perdere il controllo della tavoletta stessa. L’esercizio deve essere ripetuto per l’arto opposto.
2.

In questo esercizio al soggetto viene fissata una tavoletta galleggiante al piede. Il soggetto dovrà fare delle oscillazioni verso l’interno con il piede, mettendolo in asse con la gamba, in modo da portare il ginocchio verso l’esterno. La gamba deve formare un angolo di 90° con la coscia.
Con questa tipologia di esercizio si cerca di far lavorare i muscoli mediali in modo da accorciarli e di far allungare invece i muscoli laterali della gamba.
Esercizi per il ginocchio recurvato
Questo tipo di alterazione è causato da un ipotonia dei flessori e da una lassità delle strutture fibrose posteriori all’articolazione del ginocchio. Gli esercizi in questo caso dovranno essere volti all’aumento del tono muscolare in modo da allungare, sempre secondo le condizioni di Lapierre, i muscoli estensori che sono accorciati e, viceversa, accorciare i muscoli flessori.
1.

Questo esercizio sfrutta la resistenza opposta da un oggetto sul segmento corporeo interessato, per tonificare gruppi muscolari ipotonici favorendo il recupero della mobilità articolare. In questo caso è presente un peso e il soggetto deve, ad arto teso, sollevare la gamba indietro. Lo stesso esercizio può essere ripetuto in acqua alta, con flessione posteriore della gamba sulla coscia.
2.

Al soggetto immerso in acqua fino al petto, viene messa sotto il piede una tavoletta.
Stando sempre appoggiato al bordo della vasca, per una maggiore stabilità, dovrà fare delle flesso-estensioni sul piano sagittale. Si tenga conto che qui il lavoro viene concentrato sui flessori in quanto la tavoletta, galleggiando, favorisce il ritorno in posizione estesa con la gamba escludendo quindi un intervento agonistico del quadricipite.
Anche in questo caso, oltre alla muscolatura flessoria, vengono stimolati i propriocettori a livello del ginocchio (ma anche della caviglia).
Andrea Cavalletti
Laureato in Scienze motorie
e specializzato in Rieducazione Funzionale

