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Hamstring syndrome: difficile a dirsi, facile a…infortunarsi!

Hai mai sentito parlare dei muscoli ischio-crurali? Lo so, ho iniziato con delle parole un po’ complicate, ma leggendo scoprirai che la hamstring syndrome forse ce l’hai avuta anche tu!

Corri? Da professionista o anche da amatore? O comunque fai uno sport in cui la corsa fa parte dei gesti atletici che compi? Potresti aver subito un infortunio noto come hamstring syndrome, senza sapere che si chiamava così!

Mettiamo sul tavolo tutti i pezzi del puzzle, uno per volta, fino a definire il quadro completo che, credimi, ti sarà molto più familiare di quanto credi ora.

I muscoli ischio-crurali

Partiamo a monte e definiamo quali sono i muscoli ischio-crurali che sono i “protagonisti” loro malgrado della hamstring syndrome o HS.

Sono un gruppo di muscoli che costituiscono la parte posteriore della coscia e cioè:

  • Capolungo del bicipite femorale, nella parte laterale
  • Muscolo semitendinoso, nella parte mediale
  • Muscolo semimebranoso, nella parte mediale

Lavorando insieme, questi tre muscoli hanno il compito di flettere la gamba sulla coscia e di estendere la coscia sull’anca.
Praticamente quello che fai, tantissime altre volte, ma soprattutto quando corri.

Hamstring syndrome, che cos’è

Questa tipologia di infortunio colpisce appunto i muscoli ischio-crurali: hai presente quando al momento di uno sprint, di un’accelerazione, di uno scatto in salita, hai sentito tirare o una specie di puntura dietro la coscia? Ecco: probabilmente era l’inizio della hamstring syndrome.

Ora ti do una definizione tecnica che poi vediamo di semplificare: con il termine di HS si intende una tendinopatia inserzionale prossimale degli hamstrings in cui la formazione di un tessuto fibrotico, associato ad una pregressa lesione della componente tendinea od una sua degenerazione che comporti un aumento del calibro del tendine stesso, causi una compressione a livello dell’adiacente nervo sciatico.

In pratica, se nel corso o dopo le attività che ti ho citato sopra, senti un dolore, di intensità variabile, agli ischio-crurali, è necessario fare degli esami ed una serie di test per verificare se dietro a quella sintomatologia c’è proprio la hamstring syndrome. Anche perché, se trascurato, un infortunio come questo può tenerti lontano dalla tua attività sportiva anche per un periodo di tempo consistente.

Test di diagnosi

La fase della diagnosi è molto importante e come sai ci tengo in maniera particolare.

In questo caso ci sono alcuni test che si possono effettuare e che, se danno risultato positivo, richiedono poi un esame di imaging per approfondire, solitamente una ecografia o nei casi più complicati una risonanza magnetica.

I test che si effettuano sono tre:

  • Hamstring Stretch Test
  • Puranen Orawa Test
  • Bent-Knee Stretch Test

In tutti i casi si ha riscontro di positività e si può pensare effettivamente alla presenza di hamstring syndrome se il paziente riferisce una sensazione di dolore a livello dell’inserzione dei muscoli ischio-crurali.

Come detto sopra, il dolore può essere più o meno forte e provocare una maggiore o minore compressione a livello del nervo sciatico.

Nel caso in cui i test risultassero positivi dunque, il consiglio è quello di approfondire con una risonanza magnetica o una ecografia la quale potrebbe evidenziare:

  • Un ispessimento del calibro tendineo
  • Una lesione parziale del tendine
  • Una eterogeneità del segnale intra-tendineo
  • Un “bone marrow edema” a livello della tuberosità ischiatica
  • Una compressione del nervo sciatico nel suo decorso prossimale

Trattamento dell’hamstring syndrome

Una volta effettuata la diagnosi, possiamo intervenire noi come massofisioterapisti, fisioterapisti o osteopati.
Dobbiamo operare un trattamento conservativo che può articolarsi in differenti fasi.
Quali, per quanto tempo, in quale modalità dipende come sempre dal caso personale.

Quello che ti sto per dire dunque rappresenta una procedura generale che può, anzi direi quasi deve, prevedere dei cambiamenti a seconda della situazione specifica.

La prima cosa che potrebbe rendersi necessaria in caso di hamstring syndrome è un riallineamento pelvico.
Successivamente si procederà con una mobilizzazione dei tessuti molli e poi si passerà all’esecuzione di alcuni esercizi di stretching passivo ed attivo che lavorino sulla muscolatura ischio-crurale.

Fasi più avanzate sono quelle nelle quali si lavora sul condizionamento eccentrico della muscolatura degli hamstring e sulla stabilizzazione del core.

Parole troppo complicate e poco immediate? Tranquillo: in settimana sulla pagina facebook ti proporrò dei video che ti aiuteranno a capire tutto molto meglio!