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Riequilibrio posturale attraverso la pancafit

Riequilibrio posturale dopo tumore al seno. Il ruolo della Pancafit.

Sapevi che problematiche alla schiena, atteggiamenti posturali scorretti, dolori articolari o muscolari possono essere parte delle conseguenze secondarie legate al tumore al seno? Lavorare per un riequilibrio posturale, successivo al trattamento della problematica oncologica, riveste un ruolo fondamentale nel recupero della qualità della vita delle donne che hanno affrontato questa malattia, annoverata tra le neoplasie maligne più frequenti fra le donne e la principale causa di morte nella popolazione femminile oltre i 35 anni.
Negli ultimi 25 anni la mortalità nei paesi occidentali è progressivamente diminuita e, ad oggi, si parla del 93% di guarigioni quando la malattia viene scoperta in fase iniziale.

Cos’è la postura?

Con il termine “postura” si indica la posizione del corpo nello spazio e tutti gli adattamenti che il corpo stesso mette in atto per mantenere l’equilibrio statico e dinamico. È dunque un sistema in continuo adattamento, definito sistema tonico-posturale.

Il corpo umano utilizza meccanismi di equilibrio definiti recettori, con capacità di controllare il nostro corpo; di questo gruppo fanno parte occhi, bocca, orecchio e piedi, ma è importante sapere che il riequilibrio posturale può essere influenzato anche da altri fattori, come il carattere di una persona, lo stato emotivo, eventuali traumi fisici e/o emotivi, patologie sistemiche e le cicatrici di tipo traumatico o chirurgico.

Il sistema tonico-posturale è gestito dal sistema sottocorticale che non dipende dalla volontà, ed in quanto tale può e deve essere sia interpretato che valutato anche come possibile risposta ad una specifica situazione, condizione o patologia.

Terapie oncologiche e complicanze con necessità di riequilibrio posturale

Stante la definizione poco sopra condivisa, si comprende come una componente importate da non trascurare quando si valuta la correttezza della postura di un paziente, debba essere rivolta ad eventuali esiti di un post-intervento o di terapie, alle eventuali complicanze e alla loro gestione, alla necessità per il soggetto di raggiungere e mantenere una buona qualità di vita.

Andremo ora nello specifico ad analizzare tutto questo insieme di condizioni collegate ad un percorso di recupero post diagnosi e trattamento del tumore al seno.
La chirurgia, gli aspetti psicologici, il lungo percorso di terapie, inevitabilmente influiscono sul sistema posturale della donna, così come le cicatrici.

Trattamento chirurgico e complicanze 

Sono da ricondurre essenzialmente a lesioni nervose, cambiamenti della sensibilità, lesioni vascolari, muscolari o articolari prodotte durante l’intervento chirurgico: si tratta di deficit funzionali motori che richiedono una precoce e adeguata terapia fisica e motoria riabilitativa e rieducativa in seguito per un corretto riequilibrio posturale.
A tutt’oggi l’articolarità della spalla viene trascurata dopo gli interventi di mastectomia. Rispetto al passato i chirurghi sono più attenti e il più possibile conservativi, cercando di limitare l’asportazione al minimo indispensabile, stando molto attendi al lato estetico ma sottovalutando l’ambito funzionale.
Per evitare che il lato estetico venga messo in crisi dalla precoce mobilità, si tende quindi a lasciare che il recupero avvenga gradualmente e spontaneamente. Si possono vedere cicatrici esteticamente perfette, trascurando però la possibilità che spalla e gomiti restino ipomobili e dolenti. Questo perché il braccio operato tende a restare contratto in un atteggiamento di protezione del seno. Ne consegue che esiti posturali possono essere riassunti in tutte quelle posizioni e movimenti scorretti, di adattamento e di compensazione, soprattutto a carico dell’arto superiore e dell’emitorace, dallo stesso lato della linfoadenectomia, spesso con coinvolgimento anche del rachide cervicale e dorsale.

Complicanze terapiche

Anche le terapie come la chemioterapia, radioterapia ed ormonoterapia portano scompensi posturali importanti, sia agendo in maniera diretta sugli organi interni e sulle componenti muscolo-articolari, sia per la forte componente indotta di stress psicologico.

Cicatrici

Possono essere una delle cause di squilibrio del nostro organismo, sia in ambito posturale che muscolo-fasciale. Studi dimostrano che una cicatrice può alterare la postura sia a livello locale che globale, proprio per la sua matrice composta da tessuto prevalentemente fibrotico: la deambulazione, l’appoggio dei piedi a terra e perfino il corretto funzionamento di un muscolo possono venire meno, determinando la necessità di un riequilibrio posturale.
Le aderenze sottocutanee contribuiscono a rendere anelastico il tessuto cicatriziale stesso, creando un punto di “trazione” in tutte le direzioni, che disturberà quindi l’intero sistema. Con il passare del tempo, questa continua informazione di trazione modificherà la postura dell’individuo, portando ad esempio a delle asimmetrie e quindi ad un sovraccarico muscolare, articolare, tendineo e legamentoso di alcuni comparti che inevitabilmente si trasformeranno in patologia.

L’importanza dell’attività motoria

L’attività motoria è un fondamentale fattore di protezione e prevenzione per qualsiasi soggetto indipendentemente dalla patologia. Essa è al primo posto nella prevenzione e gestione del cancro al seno, soprattutto nel momento in cui è necessario affrontare i sintomi della malattia e gli effetti collaterali causati dalle terapie, nel miglioramento della qualità della vita e nella prevenzione di recidive. L’attività fisica diventa quindi un vero e proprio farmaco, ma è anche un qualcosa in più, in quanto agisce in toto sulla persona, senza tralasciare la componente psicologica; è un potente strumento di socializzazione e prevenzione contro la depressione.

Diventa di fondamentale importanza ideare un’attività motoria specifica e adattata, fatta di esercizi studiati minuziosamente e soprattutto personalizzati che mettano al primo posto le esigenze di un corpo che si trova ad affrontare delle limitazioni che prima non aveva e che possa essere coadiuvante ad un processo di riequilibrio posturale.

L’obiettivo è creare un protocollo di esercizi attivi mirati alle catene muscolari rette e crociate (quelle che coinvolgono quei muscoli che permettono di stare dritti o di piegarsi o arrotolarsi), abbinati ad esercizi di propriocezione (capacità di percepire, ascoltare il proprio corpo), con lo scopo di migliorare la qualità della vita delle donne.

Grazie ad esso, si potrà realizzare un miglioramento dell’articolarità della spalla, dell’arto braccio, del collo e del dorso, attraverso un buon bilanciamento muscolare e a una rieducazione motoria, passando ad accenni di ergonomia sull’utilizzo della colonna vertebrale nella vita di tutti i giorni, come sedersi, sollevare un vaso da terra, sdraiarsi e rialzarsi da terra ecc. e ad una corretta respirazione.

Tutto ciò faciliterà il recupero di un buon assetto posturale, una serena accettazione della nuova fisicità ed una maggiore consapevolezza e conoscenza del proprio corpo.

Tutte le donne esaminate fino ad ora sono migliorate notevolmente sia a livello articolare che posturale in generale, suscitando grande interesse e coinvolgimento da parte delle utenti.

Perché lavorare con la Pancafit per il riequilibrio posturale

Pancafit® è uno strumento che agisce sulle catene neuro-muscolo-fasciali.
Tramite l’applicazione delle Posture Decompensate e specifiche per il problema del paziente, sarà anche possibile “interrogare” le catene mio-fasciali in modo da far emergere le tensioni legate agli “elementi perturbatori” ancora attivi, nascosti e intrappolati al loro interno così da restituire libertà dalle tensioni, dalle rigidità e dai dolori muscolari.

La tecnica di rieducazione posturale ad approccio globale permette di lavorare su tutta la struttura osteo-muscolare del paziente e prevede modalità terapeutiche che hanno lo scopo di far recuperare al corpo i corretti schemi motori, liberandolo non solo dal dolore, ma permettendogli anche di ritrovare gesti e movimenti perduti a causa di blocchi articolari, artrosi, gessi o immobilizzazioni post intervento chirurgico.

Quando la tecnica dell’allungamento muscolare globale decompensato e la respirazione diaframmatica vengono applicate in modo assolutamente rigoroso, le reazioni del corpo non tardano ad emergere; è come se le cellule del corpo cominciassero a ricordare i vecchi traumi, i vecchi dolori rimasti incistati nei meandri dei tessuti e della mente che ora si trova disposta a ricordare il trauma che aveva apparentemente dimenticato. Questo riaffiorare di ricordi mentali e disagi fisici momentanei costituisce il cosiddetto “percorso a ritroso” per arrivare a liberare muscoli e articolazione definitivamente.

In questo modo, si promuovere il recupero della salute, della voglia di muoversi, di fare, di vivere.

I minigruppi di Pancafit (4-5 persone) sono dunque un ottimo rimedio per:

  • riallungare i muscoli corti, rigidi, retratti, responsabili di ogni forma di dolore muscolo-articolare;
  • sbloccare tutte le articolazioni, combattere le algie e le artrosi;
  • sbloccare il diaframma e migliorare la respirazione;
  • riattivare la circolazione venosa e linfatica;
  • recuperare la scioltezza e la mobilità nei soggetti patologici ed oncologici;