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Frattura del malleolo, quale terapia

Questa volta voglio partire dalla conclusione: in settimana ti mostrerò tramite video alcuni esercizi per la rieducazione post frattura del malleolo. Te lo dico immediatamente così se sei interessato in prima persona dalla lettura di questo articolo, sai già che alla teoria, seguirà una parte pratica.

Ora però, ripartiamo dal giusto verso narrativo!

Descrizione anatomica del malleolo

Ogni arto inferiore possiede due malleoli, collocati sui lati esterno ed interno della caviglia.
Il malleolo interno viene anche detto tibiale o mediale e si innesta all’estremità distale della tibia.
Il malleolo esterno invece viene detto peroneale o laterale e si innesta appunto all’estremità distale del perone.

I due malleoli, essendo collegati a tibia-perone e caviglia, hanno il delicato compito di mantenere la stabilità di quello che è l’asse più importante della gamba, in modo particolare tutelando la caviglia in presenza di movimenti molto accentuati.

Capirai dunque già da questa breve descrizione come una eventuale frattura del malleolo, o peggio ancora di entrambi, può rappresentare un problema piuttosto importante.

Frattura del malleolo, tipologie e cause

La frattura del malleolo può sostanziarsi in differenti modalità e può essere collegata a diverse cause.
A seconda delle ossa coinvolte parleremo di frattura:

  1. Unimalleolare, che coinvolge solo uno dei due malleoli. A sua volta questa tipologia di frattura viene definita del malleolo tibiale, se riguarda la parte interna, o del malleolo peroneale, se riguarda la parte esterna.
  2. Bimalleolare, se coinvolge entrambi i malleoli; è nota anche come frattura bimalleolare di Pott.
  3. Trimalleolare, se oltre ai due malleoli è coinvolta anche la sezione posteriore dell’estremità distale della tibia. Molto spesso questo tipo di frattura causa anche una lesione o uno stiramento dei legamenti della caviglia.

Dai, che abbiamo quasi concluso questa parte di didascalia e tra poco affronteremo l’argomento più interessante, come recuperare da una frattura del malleolo.
Ci rimangono solamente da vedere le cause, che possiamo rintracciare in eccessivi movimenti di torsione o rotazione della caviglia – che coinvolgono soprattutto gli sportivi – cadute accidentali, traumi da impatto molto forti, conseguenti ad esempio da un incidente automobilistico o motociclistico.

Riconoscere una frattura del malleolo è, purtroppo, piuttosto semplice: forte dolore, gonfiore, ematoma, deformità scheletriche, difficoltà di appoggio e deambulazione, ridotta mobilità della caviglia.

Trattamento e recupero

Essendo differenti le tipologie di frattura del malleolo che possono verificarsi, altrettanto lo sono le modalità di trattamento.
In linea generale nel caso di frattura unimalleolare, se non si verificano particolari complicanze ed i frammenti del malleolo sono abbastanza vicini tra di loro, si provvederà ad immobilizzare la caviglia e mantenerla a riposo per un periodo di tempo tra le 4 e le 6  settimane.
Se invece la frattura è scomposta, sarà necessario ricorrere all’intervento chirurgico per riposizionare in modo corretto i frammenti ed il tempo di immobilizzazione passa ad 8 settimane.

L’intervento chirurgico non è invece un’opzione, ma una prassi nel caso di frattura bimalleolare o trimalleolare.

Ed ora arriviamo alla parte più importante, dal mio punto di vista. Una volta passato il momento di necessaria immobilizzazione che avrà fatto guarire l’osso dalla frattura del malleolo, è necessario intraprendere un processo di riabilitazione per:

  • ristabilire la mobilità articolare della caviglia
  • recuperare e rinforzare i muscoli dell’arto coinvolto

Il video che ti mostrerò in settimana riguardo alcune di queste fasi.