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La coordinazione oculo manuale

Ci sono azioni che svolgiamo talmente in automatico nella vita di tutti i giorni, da portarci a svalutarne l’importanza e la complessità. Hai mai riflettuto sul perché riesci ad afferrare un bicchiere che si trova sulla tavola, senza fatica? É merito della coordinazione oculo manuale, qualcosa di molto complesso per quanto estremamente “normale”.

Naturale fin dalla nascita, la coordinazione oculo manuale ha però bisogno di essere allenata, soprattutto man mano che l’età aumenta e che una serie di fattori, esogeni ed endogeni, possono portare alla sua compromissione.

Che cos’è la coordinazione oculo manuale

Coordinare significa mettere in relazione, far funzionare insieme. Dunque per coordinazione oculo manuale si intende la capacità di mettere in relazione le informazioni

  • posizione
  • distanza
  • altezza
  • profondità

che l’organo visivo invia al cervello, rispetto ad un determinato oggetto che si trova nello spazio, con i movimenti della mano, necessari per afferrare quell’oggetto.

Il nostro cervello è un grande calcolatore che riceve degli imput, le condizioni spazio temporali, e li elabora per ottenere un output che coinciderà con il movimento che la mano dovrà compiere, rispettando il principio del massimo risultato con il minor dispendio energetico possibile.

Già leggendo questa definizione avrai cominciato a pensare che tutto sommato non è una cosa così scontata la coordinazione oculo manuale. Ed è proprio così, tanto è vero che anche in ambito sportivo si sono moltiplicate negli ultimi anni le tipologie di allenamento che mettono in relazione stimoli visivi e gesti, per aumentare la coordinazione oculo manuale e diminuire il tempo di reazione agli stimoli.

Fattori di rischio

Nonostante sia qualcosa che l’essere umano fa naturalmente fin dai primi momenti della sua vita, allenare la coordinazione oculo manuale è importante, soprattutto con l’avanzare dell’età quando possono verificarsi alcune condizioni che inficiano questa capacità fondamentale.

Nello specifico fattori che possono avere un impatto negativo sono:

  • alterazione della funzione cerebrale della vista
  • perdita dell’udito
  • deficit cerebrali di varia natura e livello
  • alterazioni nella secrezione dei neurotrasmettitori

Contributi scientifici

La coordinazione oculo manuale è stata oggetto nel tempo di molti studi scientifici, che hanno indagato diversi aspetti.
Voglio proportene due.
Il primo riporta risultati ottenuti su una popolazione d’indagine sana, con età molto differenti tra di loro, mentre il secondo ci mostra cosa accade in presenza di lesioni cerebrali.

Bambini ed adulti sani: come funziona la coordinazione oculo manuale

Tra i più interessanti voglio citarti questa ricerca in tema di Coordinamento posturale, visivo e manuale nello sviluppo della prensione, di cui troverai anche il pdf completo alla fine dell’articolo.

Ho scelto questo come primo studio da condividere perché vengono sottoposti allo stesso test 38 bambini di età compresa tra 6 e 12 mesi e otto adulti: abbiamo quindi una comparazione effettiva dello stesso gesto a due età, e dunque condizioni, differenti.

Ai partecipanti veniva chiesto di recuperare un bersaglio, mentre lo superavano a velocità diverse, seduti su una sedia motorizzata.
L’installazione dell’eye tracker montato sulla testa di tutti i soggetti ha permesso di registrare le azioni visive e di acquisire quelle posturali e manuali: in poche parole ha reso possibile vedere come si sviluppa la coordinazione oculo manuale.

I risultati hanno dimostrato come la prensione sia il risultato di una  sequenza coordinata di comportamenti posturali-visivi-manuali a partire dalla rotazione della testa e del tronco, per vedere il meglio possibile l’oggetto – in questo caso un giocattolo. Fissare visivamente il giocattolo per localizzarne la posizione, la distanza, l’altezza, ha guidato la mano per il contatto e il recupero del giocattolo.
Le prestazioni di prensione diminuivano a velocità più elevate, ma la pianificazione e l’implementazione rapida delle azioni ha reso possibile via via migliorare le prestazioni anche a velocità elevate.

In altre parole, l’allenamento ha dato risultati positivi.

La differenza maggiore tra il comportamento degli adulti e quello dei bambini, stava nel numero di volte in cui si rendeva necessario fissare l’oggetto prima di avviare la sequenza per la corretta prensione e nel tempo di fissazione.

Come influiscono le lesioni cerebrali

In questo secondo caso entriamo in un campo d’indagine più complesso: che cosa accade alla nostra capacità di sviluppare una coordinazione oculo manuale se subiamo delle lesioni cerebrali?
In questo studio dal titolo La complessità della coordinazione occhio-mano: una prospettiva sulla collaborazione cortico-cerebellare, vengono messe a confronto le modalità di adattamento di un paziente con ictus corticale rispetto ad uno con ictus cerebellare. Anche in questo caso, trovi il pdf completo a fine articolo.

I risultati conclusivi dimostravano chiaramente come gli aspetti della dis-coordinazione oculo manuale dipendano dalla localizzazione della lesione. Il cervelletto si dimostra strumentale al processo di previsione temporale per i movimenti degli occhi e delle mani, mentre la corteccia è strumentale al processo di previsione spaziale, entrambi aspetti critici del controllo del movimento funzionale.

Come stimolare la coordinazione oculo manuale

Anche in presenza di condizioni di salute normali, con l’aumentare dell’età si va a perdere parte della capacità di coordinare occhi e mano in modo facile e veloce.
Ecco perché è bene svolgere alcuni esercizi che possono aiutare soprattutto i più anziani a mantenere sotto controllo questa capacità.

Nei prossimi giorni, ti mostrerò alcuni video, con esempi utili sia per gli sportivi che per il benessere quotidiano.

 

Coordinamento postur

La complessità della coordinazione occhio-mano